sabato 13 ottobre 2007

IL FALLIMENTO DEL PD: Fra scissioni e dissensi

Inserito da Matteo Zingarelli
coordinatore cittadino SD

Alla vigilia della nascita del Partito Democratico, ci si rende conto anche dalle notizie provenienti dalla stampa nazionale, che quest’operazione verticistica sarà un totale fallimento. Vuoi perché ha dato vita al movimento della Sinistra Democratica (che però si occuperà di riunificare tutta la sinistra, quindi non tutte le scissioni vengono per nuocere), vuoi perché è un partito che nasce già diviso e lacerato, note le sue correnti nate prima del concepimento e che daranno vita al nuovo soggetto politico in maniera del tutto innaturale, un fatto mai accaduto prima nella storia della politica italiana, vuoi per tante altre motivazioni che ci spingono a credere che avevamo ragione noi sin dall’inizio, quando avevamo chiesto di bloccare questo treno impazzito, che però non s’è fermato dinanzi a nessun ostacolo.
La motivazione principale espressa dai dirigenti nazionali, sulla nascita del Pd, rimane quella della semplificazione del quadro politico, e sin qui il discorso non fa una grinza, vista la miriade di partiti e partitini, nati da scissioni e da micro-scissioni.
Non a caso, persino la Sinistra Democratica ha saputo ben interpretare questo desiderio, ponendo come obiettivo politico la semplificazione del quadro partitico, a sinistra del Partito Democratico. Proprio per questo ci siamo costituiti come movimento politico e non come partito.
D’altro canto ci rendiamo conto come in questi giorni nelle varie discussioni avutesi a livello del governo nazionale, il dissenso crescente verso la coalizione di centro-sinistra, sia venuto proprio dalla parte centrista del centro-sinistra. Ed è proprio qui che bisogna fare attenzione. Recentemente abbiamo assistito a due micro-scissioni alla destra del Partito Democratico, avvenute ad opera di Lamberto Dini che ha fondato il movimento dei liberaldemocratici e infine il senatore Willer Bordon, che assieme al suo collega Manzione, ha dato vita al movimento di Unione democratica.
Questi movimenti insomma hanno come obiettivo la marginalizzazione della sinistra e lo spostamento moderato dell’asse politico dell’Unione. Inoltre abbiamo anche assistito alla votazione in Parlamento sulle mozioni inerenti al caso RAI, dove ancora una volta è stata attestata la dissidenza nei confronti del governo centrale, da parte di Dini, Manzione, Bordon e Mastella. Ognuno sarà anche libero di portare a compimento le proprie scelte, ma viene da chiedersi se realmente questo PD nasce per unire o per creare nuovi partiti.
E’ ovvio che il dissenso non finisce qui. Giovedì 11 ottobre, lo stesso Willer Bordon (Ud) spiega di aver ricevuto una lettera da un avvocato che per conto dell’Unione, sancisce di fatto la sua fuoriuscita dalla maggioranza assieme a Roberto Manzione. Conseguentemente la coalizione non ha più la maggioranza al Senato e non avendo più obblighi di coalizione, non possono che presentare emendamenti da apportare alla Finanziaria, che a loro avviso, merita dei profondi cambiamenti.
Ma c’è di più, il dissenso verso il PD induce importanti amministratori a fondare proprie liste civiche e movimenti. E’ il caso di Vincenzo Divella, Presidente della Provincia di Bari che in aperta polemica e dissenso nei confronti del Partito Democratico, decide di dar vita al “Movimento Primavera”.
In conclusione, il Partito Democratico è alle prese con una lotta animalesca nel suo interno, fra la miriade di correnti e correntini in palese dissenso fra di loro. Inoltre il partito che unisce due partiti, per fondarne uno, alla fine si ritrova con quattro partitini satelliti dell’1% che gli ruotano intorno.
Che dire di questo progetto… una bufala??? Chi lo sa. E’ sicuro però che i partiti aumentano e su questo giudicheranno gli elettori. Noi di Sinistra Democratica non possiamo che augurare un buon successo agli amici che hanno deciso di prendere parte alla Costituente, visto che per noi il PD è un alleato fondamentale. Sarebbe bello udire quest’ultimo pensiero dagli amici del PD nei nostri confronti.