martedì 17 giugno 2008

DEBACLE: Urge una nuova classe dirigente

di Matteo Zingarelli
coordinatore cittadino SD


Negli otto comuni siciliani dove si è votato, il centro-sinistra esce sconfitto duramente, circa con l’80% dei consensi a favore della coalizione avversaria.
A penalizzare fortemente il nostro schieramento è comunque l’astensionismo “di sinistra”, proveniente da un elettorato sempre più distante dai partiti rappresentativi della vecchia Unione, e sempre più stanco di logiche di frammentazione e di deideologicizzazione.
Ora, è chiaro che l’eccessiva frammentazione della nostra coalizione (a partire dalla “brillante” scelta di Veltroni, di riconsegnare il Paese a Berlusconi), crea insicurezza, instabilità, ma soprattutto non crea le condizioni affinchè il cittadino possa essere invogliato nel dare il suo consenso ad uno schieramento in grado di sconfiggere la coalizione avversaria. Stesso discorso va tradotto nelle amministrazioni locali, dove partitini e liste civiche, pongono veti e bloccano intere attività amministrative, a causa delle loro “richieste di visibilità”.
Allo stesso modo il fenomeno lo si comprende se si analizza il processo di abbandono delle proprie radici storiche, rincorrendo un moderatismo che si allontana sempre di più dai valori per cui è giusto dedicarsi alla politica, ma che non soddisfa la necessità di creare qualcosa di moderno (che effettivamente non c’è).
L’abbandono degli ideali e la trasformazione post-ideologica di alcuni partiti del centro-sinistra infatti, hanno dato vita ad un “nuovo” modello di pensiero che dinanzi agli occhi dei nostri elettori ha creato la politica “a servizio dei politici” e non a servizio dei cittadini.
In parecchie realtà, molto spesso si nota un maggiore scollamento, da parte di amministratori e dirigenti, rispetto a quelle che sono le logiche di appartenenza ad un partito. Autoreferenzialità, decisioni affrettate, mancanza di collegialità, trasparenza e a volte anche di democrazia, creano questi effetti che, tradotti all’esterno stancano gli elettori, soprattutto i nostri e li allontanano dalle urne.
Il lavoro che abbiamo dinanzi a noi, per recuperare la fiducia dei cittadini è sia arduo che lungo. Non è un problema della sola Sicilia, ma è un fenomeno evidente in ogni realtà. Le attuali classi dirigenti si sono dimostrate lontane dai bisogni dei cittadini, e molto spesso persino “latitanti” dai loro problemi.
Abbiamo la necessità di dialogare nuovamente con il nostro elettorato e farci interpreti, anche laddove siamo all’opposizione, dei loro bisogni. Per fare tutto ciò però urge ricostituire interamente una nuova classe dirigente, sia politica che amministrativa, mettere in campo forze giovani, fresche e rinnovate, ma anche meno giovani, disponibili a dare il loro contributo per far crescere una dirigenza nuova e capace.
Ma non perché quella che ha caratterizzato fino ad ora il panorama politico sia stata poco capace di adempire al suo compito, ma bensì perché non potrebbe dare di più, oltre a quello che ha già dato.